Lettera aperta
Li 15 maggio 2014.
L’ attività di consulenza strategica per la internazionalizzazione delle imprese estere, da me svolta in Tunisia dal 2007, non ha subito alcuna interruzione, malgrado gli eventi straordinari conseguenti alla rivoluzione, culminata con le dimissioni e la fuga del Presidente Ben Ali di venerdì 14 gennaio 2011 .
Il nuovo corso si è svolto in maniera pacifica e democratica, malgrado le lungaggini della politica.
In quei giorni di coprifuoco ed incertezza, ho inviato una mail ai miei cari ed alla clientela, in Italia, data l’improvvisa e mutata situazione tunisina. Allora ipotizzavo lo scenario possibile :
- la guerra civile, d’altronde si trattava di una rivoluzione!!!, oppure,
- il ritorno alla normalità nel breve periodo.
Secondo il mio modesto punto di vista, si sarebbe dovuto verificare la seconda ipotesi :
il ritorno alla normalità nel breve periodo.
Così è stato, purtroppo, non così velocemente come auspicato.
La mia opinione, era frutto della osservazione di alcuni fatti vissuti,
- Quanto alla sicurezza del paese, poiché erano venuto meno i controlli,
- La popolazione si era organizzata spontaneamente, per proteggere il proprio quartiere. Senza disporre di armi, essa è riuscita a sopperire alla mancanza di controllo, prevenendo e contenendo azioni e fatti cruenti, nonostante il comportamento minaccioso e scorretto, di parte della polizia, ancora fedele al vecchio Presidente,
- L’esercito svolse, da subito, un ruolo determinante di stabilizzatore, garantendo protezione alla neo nata democrazia voluta dal popolo.
- Quanto alle attività produttive, il prevalente proseguo della vita economica,
- Il sabato 15 gennaio 2011, la maggior parte degli sportelli bancari rimasero aperti, anche se presieduti dall’ esercito;
- Il lunedì 17 gennaio 2011, il 70 % delle attività avevano riaperto, in particolare l’edilizia. Il lunedì successivo, l’intero paese era ritornato a produrre ad esclusione delle aziende di proprietà della famiglia del Presidente deposto e di imprenditori che nel passato avevano molto da rimproverarsi, per il loro modo di fare impresa.
Questa mia valutazione, affrettata apparentemente, non era sostenuta da titoli, ma dalla sola conoscenza della mentalità del popolo. Vi era, però, la consapevolezza chela Tunisia, aveva raggiunto, dopo oltre un secolo, tra protettorato francese (1904-1964) e governi illuminati dei suoi Presidenti : Habib BOURGHIBA (1957-1987), e, Zine El-Abidine BEN ALI (1987-2011), sul piano socio culturale ed economico, un livello di tutto rispetto. Molti osservatori e studiosi hanno, considerato la Tunisia, per emancipazione e sviluppo, facente parte del ” sud dell’ Europa ”, malgrado il paese facesse parte del continente africano.
Di ciò, non sempre l’Europa, si è avveduto, malgrado la vicinanza. Se vi sono state iniziative, queste hanno avuto luogo in ordine sparso, al contrario di altri paesi lontani, Corea, Giappone, Cina, etc..
Quanto alla impresa italiana, a sua volta, non è stata molto aiutata dalla politica nazionale, ne tantomeno da quella comunitaria. E quando ciò è avvenuto, non sempre gli interventi sono stati adeguati o svolti come si sarebbe dovuto e potuto fare. E’ inutile oggi recriminare, “ acqua passata non macina più ”. Conviene rendersi conto che, una volta ancora, occorrerà contare sulle proprie forze, per andare avanti, consolidare e garantire lo sviluppo alla propria azienda.
E’ necessario dunque procedere ad una profonda riflessione ed attenta analisi, per verificare quanto fatto e quanto ancora possibile fare, cosciente che se siamo in ritardo, possiamo ancora recuperare, a condizione che si agisca rapidamente e con criterio.
Nel fare il punto sulla situazione, teniamo in considerazione la situazione contingente, soffermiamoci su alcune riflessioni e poniamoci alcuni quesiti.
L’imprenditore italiano,
- ha preso sufficientemente coscienza della internazionalizzazione e della sua utilità per il consolidamento e lo sviluppo della propria impresa ?,
- ha preso in considerazione che, il recupero del ritardo dell’Europa passa, in parte, dalle opportunità che il continente africano offre, in termine di ricchezze naturali e di mercati?
- ha presente che l’Italia si appresta ad avere un importante ruolo, in Europa e nel Mediterraneo, nel presiedere il semestre europeo?,
- ha percepito, il ritrovato ruolo della Tunisia, quale piattaforma di sviluppo dell’Africa, ora che dispone di un governo competente?
- ha rilevato gli importanti fatti di politica internazionale che hanno avuto luogo e che questi riguardano anche l’Italia ela Tunisia?
- Il 4 marzo 2014, Il ns. primo ministro Matteo RENZI, quale primo atto della sua politica estera, si è recato in Tunisia (link1, link2 );
- Il 26 marzo 2014, il presidente Obama, in visita a Roma ed il ns. Primo ministro, concordano che tra le tre priorità, della politica internazionale vi è il mediterraneo ed il sostegno alla democratizzazione del Nord Africa (link);
- Il 28 marzo 2014, l’incontro a Beirut tra il presidente degli
Usa e il re dell’ Arabia Saudita Abdullah; (link) - Il 4 aprile 2014, il primo ministro del governo Tunisino BEN JOMAA, si reca in viaggio a Washington accompagnato da importante delegazioni; (link)
- Il 16 aprile 2014, l’ambasciatore della Arabia Saudita, paese che già ha investito e partecipato allo sviluppo della Tunisia, nel periodo Ben Ali, si è incontrato a Tunisi con il ministro degli affari esteri tunisino (link)
- Infine il 10 maggio 2014 Il ns. ambasciatore Raimondo De Cardona, intervistato conferma che il mediterraneo è al centro della politica europea. (link)
All’ imprenditore avveduto, quanto successo non è passato inosservato, poiché egli ha ben compreso che, mai come nel nostro tempo, l’economia passa dalla politica e quanto l’aggiornamento ed una corretta interpretazione dei fatti, sia indispensabile alla strategia di sviluppo dell’impresa.
La mia attenzione è rivolta a chi non ha avuto, sino ad oggi, tale necessità, oppure, non aveva immaginato di poter o dover interessarsi ai mercati esteri. In tal caso l’imprenditore dovrebbe dunque procedere ad una attenta analisi della politica economica internazionale, ancor prima di avviare progetti e programmi, sopra tutto se si ha in mente una delocalizzazione, anche se pur parziale.
Sostengo altresì, che per entrambi le predette situazioni, la internazionalizzazione è una necessità ed un’occasione da non rinviare, se le caratteristiche della propria azienda sono adeguate ai mercati che andrà ad affrontare.
Il buon esito di una idea prima, e di un progetto dopo, passano imprescindibilmente, da una attenta e preliminare osservazione, dei dati macroeconomici, dalla elaborazione di un programma, che tenga conto di ogni variabile, tanto ambientale quanto economica.
Per ciò, si rende indispensabile contornarsi di consiglieri e professionisti, capaci, non escludendo coloro che hanno assistito l’impresa sino ad oggi.
Rimane la speranza e l’augurio, che la presente possa contribuire, anche se in misura marginale, a sollecitare riflessioni utili alla buona riuscita delle vostre iniziative imprenditoriale.
Francesco GUGINO