L’osservatore
Maggio 2014
Ho potuto constatare gli enormi progressi fatti dalla Tunisia, dopo la fine del protettorato francese e la conquista della sua indipendenza, avendola lasciata nel lontano 1962 e ritrovata nel 2007.
Alla Tunisia ben considerata dall’opinione mondiale, per la sua stabilita sociale e politica prammatica, ha fatto seguito, nel gennaio 2011, lo scoppio della rivoluzione, definita “ rivoluzione dei gelsomini”. Il Gelsomino è un fiore molto presente nel paese, in poco tempo il suo profumo unito al desiderio di libertà, si è diffuso tra i popoli oppressi da regimi totalitari, dando luogo allo sbocciare delle primavere arabe.
Per essere una rivoluzione debbo confermare che non è stato un evento cruento, malgrado i media abbiamo dato una visione distorta degli eventi. Ho personalmente vissuto nel paese e portato a termine tutte le mie missioni di lavoro, senza alcuna difficoltà, ivi compresa quella che va dal 09 al 29 gennaio 2011, giorni cruciali dopo la deposizione del presidente Ben Ali.
Il popolo tunisino è d’indole pacifico, se qualche brutto episodio vi è stato, per quanto riguarda le imprese, ciò è dovuto allo sfogo di lavoratori oppressi da anni dai cattivi padroni, mentre per la politica, alle influenze ed interferenze esterne di alcuni paesi. Questi infastiditi dal profumo del gelsomino, hanno tentato di soffocare il nuovo corso democratico, trovando nel maggior partito di matrice islamica, la sponda ideale.
Ci sono voluti ben tre anni, per far comprendere che la emancipazione e conseguente ricchezza culturale di cui si è dotata la Tunisia, è un antidoto che non può tollerare un ritorno al passato.
In gennaio 2014, finalmente con l’approvazione della costituzione, avvenuta all’ unanimità e la nomina del nuovo governo laico, composto da tecnici con esperienza internazionale, il paese ha ritrovato la serenità e sopra tutto la giusta direzione. Il governo in carica(link) presieduto dal primo ministro : ingegnere Mehdi BEN J0MAA, ha quale compito gestire le attività correnti, ma soprattutto attuare la “ road map ” che porterà in ottobre alla formazione del governo eletto, delegato a gestire democraticamente la nuova Tunisia.
Intanto in questi anni, ho potuto rilevare e constatare :
- i danni prodotti da tale stasi e dalla cattiva gestione del paese.
- la perdita della sicurezza sociale in termine di incolumità, che è culminata in due gravi omicidi politici ed hanno portato il paese ad esigere, inequivocabilmente, un maggior controllo del territorio, che da mesi sta dando i suoi frutti;
- i numerosissimi scioperi e soprattutto Il lassismo da parte di maestranze nelle aziende private, come nel settore pubblico, ben visibile con il peggioramento della gestione ambientale;
- l’aumento del costo della vita, soprattutto, conseguente anche al deprezzamento del valore della moneta.
- Alcuni fatti molto positivi,
- Sul piano sociale :
- La partecipazione del popolo alla difesa del proprio territorio e alla vigilanza sull’ operato del governo provvisorio, durante tutto questo periodo;
- Il rapporto di cooperazione, mai interrotto con i paesi fratelli del “ Grand Maghreb ”. Possiamo citare l’assistenza data dalla Tunisia ai rifugiati scappati dalla Libia, durante il conflitto Libico;
- Sul piano economico :
- L’espandersi incessante dell’attività edilizia, sia pubblica che privata, essendo venuto meno il “condizionamento negativo” da parte della famiglia della consorte del presidente deposto, che ha visto una costante tenuta dei prezzi di locazione e di vendita;
- La stessa rivoluzione libica è stata una opportunità dal punto di vista economico, poiché oltre un milione di libici si sono trasferiti in Tunisia, con famiglie e business.
- Il costante interesse di molti paesi, per l’Europa : Germania, Francia, Italia, Russia, Belgio; per i paesi asiatici : Giappone, Corea, Cina; per i paesi medio orientali : Turchia, Khatar, Bahrein, Emirates, Arabia Saudita; oltre agli Usa. Esso si è manifestato :
- Con programmi prevalentemente di natura finanziaria, quale sostegno nel delicato periodo di transizione e per il rilancio del paese, sul piano economico; Link
- Con la partecipazione ai numerosi eventi, fiere e seminari che si sono svolti ininterrottamente in Tunisia.
Il 2014 è dunque un anno importante per riprendere il cammino tracciato dai precedenti due presidenti, Habib BOURGUIBA e Zine El Abidine BEN ALI. La Tunisia è sulla strada giusta, dovrà però mantenere molto alta la vigilanza su eventuali infiltrazioni delle forze del male, presenti in una Libia confusa e allo sbando.
Quanto all’economia, molti paesi hanno continuato la loro attività, altri hanno investito e si apprestano ad investire, occorre dunque completare la propria analisi aziendale e valutare se la Tunisia è il paese d’interesse. Nel caso affermativo, bisogna procedere, tenendo presente che l’Africa è il futuro, malgrado l’Europa non se ne sia tempestivamente accorta, a beneficio dei paesi asiatici, Cina su tutti.
I principi di una sana gestione si basano sull’ attenta analisi e valutazione di fatti socio economici, ma le tardive decisioni, soprattutto senza un corretta programmazione possono essere letali per un’azienda che deve internazionalizzarsi.